Cosa succede alle materie prime?

Che cosa sta succedendo al mondo delle materie prime? Eugenio Benetazzo è un economista che forse conoscete tutti, autore di numerosi libri best seller e spesso ospite di trasmissioni televisive di successo.

Eugenio, ti descrivo la situazione così com’è: con questa escursione di prezzi che c’è delle materie prime, tutti i fornitori sono senza materiale le imprese edili riescono difficilmente a onorare preventivi fatti in precedenza agli stessi prezzi proposti. Soprattutto è difficile poter fare previsioni per il futuro. Cosa sta succedendo nel mondo?

Sono le conseguenze del, chiamiamolo, ritorno alla normalità dopo oltre un anno e mezzo in cui abbiamo dovuto a gestire per la prima volta le gli aspetti letteralmente pratici di una pandemia a livello mondiale. Durante il 2020 si sono congelate tantissime attività produttive e in particolar modo anche i rifornimenti di stock sia materie prime che semilavorati.

Per quale motivo sì sono congelate? Perché chi era operatore di mercato aveva letteralmente dei punti di domanda su quelle che sarebbero state poi e le tempistiche di ripresa e se effettivamente di ripresa possiamo parlare. Per quello che abbiamo visto, per tanto, non sono stati riforniti gli stock e questo è fondamentale da comprendere. Non solo riguarda il settore edile ma anche tantissimi altri settori economici che possono andare dal dall’elettronica al settore industriale. Le forniture sono andate in scarico lentamente e progressivamente in relazione agli stock pregressi che non sono stati ricostituiti. Quindi sul piano pratico, se adesso è un momento difficile non abbiamo ancora visto niente perché grazie a Dio cioè la pausa estiva che tende a mitigare le pressioni sulle catene produttive. I rischi sono spostati da qui a tre mesi abbondanti e sostanzialmente alla fine dell’estate quando plausibilmente tutta l’emergenza sanitaria, almeno nelle economie occidentali, sarà terminata e quindi saremo tutti quanti scalpitanti all’idea di consumare. “Voglio consumare voglio comprare quello che non ho potuto comperare durante i precedenti i mesi mi levo via tutti gli sfizi che non ho potuto a cui avevano potuto dare sfogo”, è quella che viene chiamata in termini tecnici la spending revenge cioè la vendetta della spesa.

Dovremo tutti ritornare di una normalità 2.0 appunto verso settembre e chi ha disponibilità chi aveva delle spese messe in agenda che adesso può le andrà le andrà a realizzare. Questo significa tanta pressione in acquisto con difficile capacità di poter essere assorbita da parte dell’offerta. Per questo motivo parlano anche di fiammate di inflazione che non solo riguardano le materie prime industriali ma quasi tutti i beni proprio perché ci sarà una corsa parte di tutti a spendere

Quindi non è che ci sono dei responsabili così come dicono tutti ma è semplicemente la conseguenza di un mondo che si sta muovendo e che ha voglia di consumare

E’ un mondo che si sta risvegliando e sta uscendo da un torpore indotto. Hanno utilizzato spesso e la terminologia militare in passato per rappresentare questo momento storico “è come se fossimo in guerra” le persone che sono purtroppo decedute sono “caduti sul campo” e così via. Facciamo veramente finta che fosse stato come un conflitto militare: cosa è accaduto in europa dopo un conflitto militare? Grandi ondate di inflazione. Sempre stato così. Quindi la la preoccupazione principale è adesso quella di sapere se effettivamente le autorità monetarie europee anche altri
organismi sovranazionali saranno in grado di contenere, di comprimere, controllare, questa inflazione che magari potrebbe spingersi oltre il 45 per cento sui beni di consumo primari. ma se dovesse andare oltre, con i tassi di interesse che sono ormai negativi, lì ci sarebbero dei rischi finanziari che potrebbero effettivamente andare ad implodere più avanti. Chi ha l’incarico di governare questo fenomeno (banchieri centrali e autorità sovranazionali) purtroppo non ha gli strumenti, perché lo strumento principale per governarlo è sempre stato la manipolazione sui tassi d’interesse ma con i tassi che sono negativi non è che puoi continuare a scendere.

Come previsione per il futuro tu pensi che è una bolla che destinata a ritirarsi oppure potrebbe essere uno scenario stabile questo?

Probabilmente è una fase transitoria di riassesto al contraccolpo che l’economia mondiale è stata costretta a metabolizzare. Una parte del mondo avanzato, soprattutto in Asia, si è dimostrato più resiliente anche in forza di una maggiore digitalizzazione dell’economia e la maggior tempestività degli aiuti da parte di rispettivi governi mentre per quanto concerne noi Italiani, siamo il fanalino di coda delle economie avanzate.

Infatti se ci pensate un attimo torniamo indietro con la memoria ad aprile 2020 quando viene sbandierato è gridato al mondo e recovery plan. Questo recovery plan fantastico sulla carta però ad oggi non è ancora stato erogato praticamente niente. Anzi, la data di prima effettiva manifestazione finanziaria potrebbe essere il prossimo prossimo settembre quindi c’è un ritardo di azione da parte delle varie authority che mette in discussione, ovviamente, anche tutta quella che è la coesione europea.

In italia ormai sappiamo benissimo che il prossimo fine estate inizio autunno sarà un bagno di sangue perché avremo contratto è compromesso la coesione e la consistenza del tessuto imprenditoriale soprattutto quello legato alla piccola e media impresa e misura probabilmente irreversibile.

Ci sono piccole e medie imprese che sono morte sono agonizzanti e scompariranno per sempre nei prossimi mesi non avranno più la capacità i capitali e risorse per ripartire o rialzarsi.

Mi sembra tutt’altro che rassicurante se un imprenditore al di là dei consigli che riesce a reperire dai vari analisti volesse farsi un’idea in proprio per prendere le proprie decisioni quali indicatori dovrebbe seguire cioè di cosa dovrebbe formarsi per potere per potersi fare un’idea propria?

Purtroppo in questo momento non ci sono elementi di facile consultazione per l’imprenditore medio. In prima battuta perché quello che è accaduto è stato unico a livello storico, quindi stiamo letteralmente studiando e analizzando tutti quello che sta si sta verificando. Qualcuno potrebbe dire che cento anni fa è accaduta la Spagnola. Ma non mi volete mica paragonare il tessuto imprenditoriale di cento anni fa con quello di oggi? Cento anni fa non lavoravano neanche le donne.

Sull’altro versante purtroppo c’è da sottolineare come in Italia la piccola e media impresa ha sempre operato in condizione di sottocapitalizzazione. Che non che non deteneva capitali sufficientemente rapportati al tenore della propria attività. Quindi in un momento particolarmente difficile questo porta in agonia finanziaria qualsiasi piccola media impresa e mi sto riferendo la tipica srl da 10.000 euro di capitale sociale in cui i fondi capitali ovviamente vengono portati attraverso fidi, attraverso fonti di finanziamento esterne, attraverso prestiti soci e via discorrendo.

Non basterà una punturina sul braccio per mettere permettere tutto per riportare tutto in condizioni di normalità. Tant’è che è statostato coniato questo termine la zombieficazione di una parte del tessuto imprenditoriale in Europa. Ci sono delle società o delle attività imprenditoriali che già oggi sono per definizione zombie, cioè sono morti che camminano, in quanto sono da una parte sottocapitalizzate, dall’altra ancora poco digitalizzate.

Con la trasformazione e l’accelerazione a cui abbiamo assistito in questi ultimi mesi chi non ha saputo stare al passo è destinato a fare quel tipo di fine.

Non c’è modalità di uscirne quindi sarà come sempre ancora una volta il mercato, attraverso una selezione naturale, a far emergere chi veramente sa fare impresa e comprende anche come si è modificato il mercato rispetto a quelli che magari hanno continuato a fare impresa senza rendersi conto che erano cambiati per sempre alcuni parametri di riferimento del loro settore di appartenenza

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